• 20 dicembre 2021

Cop26 - Le conclusioni nel Glasgow Climate Pact

L’accordo e le prospettive di trasformazione della rete nel nostro primo E-Dossier

Immagine dell'infografica dedicata alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021

Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali: questo uno dei capisaldi del Glasgow Climate Pact, l’intesa raggiunta al termine di Cop26, la conferenza ONU sul clima ospitata quest’anno dal Regno Unito. 

Vediamo insieme quali sono le conclusioni del summit mondiale al quale abbiamo dedicato il primo dei nostri E-Dossier, una serie di approfondimenti editoriali sulle prospettive future nel settore energetico. 

La 26esima Conferenza delle Parti, che si è tenuta dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, si è conclusa con l’approvazione, da parte dei 197 Paesi partecipanti, del “Patto di Glasgow” per accelerare la lotta al climate change e porre le basi per il suo finanziamento.

Il documento impegna i governi sull'obiettivo della decarbonizzazione al 2030, prevedendo il taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010, con il proposito di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo, e accelerando gli sforzi per ridurre gradualmente - e non eliminare, questo il punto più dibattuto del patto - l’uso del carbone e i relativi sussidi alle fonti fossili.  

Il Glasgow Climate Pact rappresenta, comunque, un passo in avanti rispetto al precedente del 2015, per aver individuato tre punti nodali che ancora non erano stati realizzati:

  • un sistema di scambio delle emissioni tra i Paesi, secondo il quale chi ne produce meno compensa chi va oltre i limiti o ha bisogno di supporto per non superarli; 
  • il “reporting format” con cui i governi devono comunicare il loro avanzamento nella decarbonizzazione per attuare il principio di trasparenza;
  • il “Paris Rulebook” con le regole per realizzare l'Accordo di Parigi.  

L’intesa, nella prospettiva della prossima Cop27 a Sharm el-Sheikh, in Egitto, pone anche un nuovo obiettivo per la finanza climatica nel 2024: avviare un dialogo su un futuro fondo per i danni e per le perdite dovute ai cambiamenti climatici. 

Sfide importanti, dunque, per i prossimi anni, che riguardano il nostro settore e soprattutto il Sistema-Paese, e che meritano di essere approfondite in una serie di contenuti, gli “E-Dossier”: siamo partiti proprio da Cop26, affrontando i temi di Net Zero e di una nuova idea di rete per rispondere alle nuove esigenze.

Si tratterà di Deep dive editoriali che rappresenteranno, ciascuno, uno scenario diverso, una prospettiva differente su quello che ci attende.

Con un articolo al mese, dunque, ci orienteremo nel complesso mondo della transizione energetica e delle prospettive future all’interno del nuovo paradigma.

Se non lo avete ancora fatto, non vi resta dunque che cliccare qui e iniziare la lettura e intraprendere assieme a noi il viaggio nella nuova visione industriale che stiamo portando avanti alla luce degli obiettivi di Cop26 e dell’emergenza climatica.