Transizione green, a che punto siamo
Le più recenti novità nell’ambito della sostenibilità ambientale
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Scopriamo le più recenti novità nel contesto delle fonti di energia rinnovabili, tra direttive e obiettivi europei che vanno verso una transizione ecologica in cui anche i cittadini, nelle vesti di prosumer, hanno un ruolo primario.
Lo facciamo avvalendoci delle cifre di una recente ricerca realizzata dall’European Environment Agency (EEA) che ci spiega come la loro partecipazione attiva può fare la differenza.
Il percorso verso la transizione energetica non può prescindere, infatti, da un suo elemento-chiave, le rinnovabili.
Un’Europa decarbonizzata entro il 2050 presuppone un’accelerazione di questo processo e le Istituzioni comunitarie hanno preso delle decisioni in tal senso. Vediamo quali sono state.
RED: come accelerare la penetrazione delle rinnovabili
Si chiama RED, Renewable Energy Directive, la direttiva europea sulle energie rinnovabili che ne impone i livelli di utilizzo all'interno dell'Unione Europea. Dalla sua introduzione nel 2009 (2009/28/EC), la quota di energie rinnovabili sul consumo energetico totale UE ha iniziato a crescere di anno in anno, superando nel 2020 l’obiettivo prefissato del 20%.
Nel dicembre 2018 è entrata in vigore una seconda edizione della Direttiva, la UE 2018/2001 nota come RED II, che costituisce uno dei pilastri del cosiddetto “Clean Energy Package” ed è stata recepita nell’ordinamento italiano nel novembre 2021 tramite il Decreto Legislativo n°199. Visti i continui mutamenti dello scenario energetico e tecnologico, già nel corso del 2021 è iniziata una procedura di revisione della RED II, per arrivare a una nuova edizione convenzionalmente denominata RED III. La futura Direttiva, approvata nella versione provvisoria dal Parlamento Europeo nel mese di settembre, è ora nella fase di discussione e finale tra Parlamento e Consiglio UE con l’obiettivo di arrivare all’emanazione entro fine 2022. La principale novità introdotta dal provvedimento è l’incremento – dal 32% al 45% - della quota target di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia dell'Unione, da raggiungere entro il 2030 a livello complessivo (i singoli Stati Membri potranno definire obiettivi nazionali specifici).
Questo goal mira, a sua volta, a contribuire a quello macro dell'UE di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutrale entro il 2050.
La norma si concentra, in particolare, sul settore dei trasporti e sul teleriscaldamento e raffreddamento degli edifici. Nel primo caso, l'impiego delle energie rinnovabili dovrebbe portare a una riduzione del 16% delle emissioni, grazie all'utilizzo di quote più elevate di biocarburanti avanzati e di carburanti rinnovabili di origine non biologica, come l'idrogeno, nonché, più in generale, alla maggiore diffusione di veicoli a propulsione elettrica.
L'industria sarebbe chiamata a incrementare l'uso delle rinnovabili dell’1,9% all'anno e delle reti di teleriscaldamento del 2,3%.
Ogni Paese UE dovrà sviluppare due progetti transfrontalieri per l'espansione dell'elettricità verde. Le nazioni con un consumo annuo di elettricità - superiore a 100 TWh - dovranno svilupparne un terzo entro il 2030.
RepowerEU: diversificare, risparmiare e accelerare l’energia pulita
L’obiettivo del 45 per cento che caratterizza la RED III è sostenuto anche dal pacchetto "RepowerEU”, il piano della Commissione europea che comprende una serie di misure per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde, aumentando allo stesso tempo la resilienza del sistema energetico europeo.
Diversificare, risparmiare e accelerare l’energia pulita sono i punti cardine di queste decisioni.
In particolare, per quanto riguarda le rinnovabili, il focus è su una serie di disposizioni che mirano ad accrescerne la capacità complessiva per portarla a 1 236 GW entro il 2030, a fronte dei 1 067 GW previsti nel pacchetto "Pronti per il 55%" (Fit for 55).
Inoltre, tra le fonti, peculiare attenzione sarà data al solare: la strategia di REPowerEU intende connettere alla rete oltre 320 GW di solare fotovoltaico di nuova installazione entro il 2025, più del doppio rispetto ai livelli odierni, e quasi 600 GW entro il 2030. Questa capacità supplementare consentirà di evitare il consumo di 9 miliardi di metri cubi di gas naturale l'anno entro il 2027.
La diffusione delle energie rinnovabili, insieme all'elettrificazione e all'efficienza energetica, potrebbero consentire all'industria un risparmio pari a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, un risultato che va oltre gli obiettivi del pacchetto "Pronti per il 55%".
Energie rinnovabili: le potenzialità dei prosumer in Europa
Le rinnovabili sono, dunque, l’asset cardine di una trasformazione in atto che non riguarda solo gli obiettivi comunitari ma chiama in causa anche i cittadini stessi, soprattutto per via della possibilità di diventare essi stessi produttori di energia e contribuire alla transizione green.
Tali potenzialità sono esplorate anche da un recente rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente, “Energy Prosumers in Europe - Citizen participation in the energy transition”, che ci aiuta a capire come facilitare la loro partecipazione attiva al cambiamento.
Azioni di “prosumption” o “prosumerismo” (produzione per l’autoconsumo) esistono già in molte forme in Europa, e la loro crescita è legata non solo alla tecnologia, ma anche alle politiche introdotte da ciascuno Stato.
Questi soggetti possono dare il loro apporto, decisivo, agli obiettivi UE e le prospettive non sono certo ristrette.
Secondo le stime citate nel documento i prosumer possono fornire il 30-70% dell'elettricità totale a seconda dello Stato membro, dove quella solare e quella eolica sono le tecnologie con il potenziale più alto. In più, potrebbero coprire la domanda totale di riscaldamento delle famiglie nel 2050, con un mix variabile di elettricità, biomassa, solare e teleriscaldamento, a seconda del Paese.
Il numero di prosumer sta aumentando rapidamente, almeno in alcuni Paesi. Ad esempio, se guardiamo al solo fotovoltaico i Paesi Bassi hanno raddoppiato in 5 anni, dai 500.000 del 2015 a oltre 1 milione del 2020, il Portogallo è passato da 3.000 a oltre 30.000 nel 2019. In Polonia, i prosumer, dai 51.000 del 2018 sono diventati 847.000 nel 2021, con una capacità installata di quasi 6 GW (URE, 2022).
E l’Italia? Anche nel nostro Paese, gran parte dell'autoproduzione è ottenuta da impianti fotovoltaici. Nel 2015 eravamo secondi in Europa per capacità di produzione di energia elettrica (prosumer), alle spalle della sola Germania.
Il numero dei produttori, come vi avevamo raccontato, anche in Italia è cresciuto e continua a crescere, secondo le ultime stime. In questo l’impegno di E-Distribuzione è forte: solo nel 2022 sono stati connessi all’infrastruttura già oltre 150 mila impianti (quasi il doppio dei 78 mila dell’intero 2021) e sono arrivate richieste per oltre 280 mila nuovi impianti, anche qui oltre il doppio rispetto all’anno precedente.
Quali sono allora i benefici maggiori di questo processo?
La “‘prosumption’ accresce l’empowerment dei cittadini, offrendo loro la possibilità di diventare ‘stakeholder’ nel sistema energetico”, sostiene la ricerca.
In un sistema che non è più centralizzato, le opportunità aumentano. Anche per il DSO, che evolve il proprio ruolo e diventa abilitatore di una rete che accoglie queste istanze e si rivela sempre più in grado di rispondere a queste esigenze, partecipativa, oltre che flessibile e resiliente.