• 19 maggio 2021

La memoria si fa arte nell'Argentiera

La nostra cabina diventa “parlante” grazie alla Realtà Aumentata e racconta la storia dell’ex borgo minerario

Immagine della cabina dell'Argentiera

Memoria e tecnologia si fondono per dare vita a un’opera interattiva di street art che ci porta nel cuore della Sardegna. A Sassari, all’interno del MAR - Miniera ARgentiera, un vero e proprio museo minerario a cielo aperto in realtà aumentata, la nostra cabina “parla” e ci svela un passato da preservare.

Buio e luce, un dualismo che caratterizza la vita dei minatori vissuta tra la notte e il giorno. A riportarlo sulle pareti della nostra cabina in una doppia versione è Francesca Macciò che ha realizzato un’innovativa opera di street art all’Argentiera (Sassari), ex borgo minerario che fino alla metà degli anni ’60 è stato un polo economico strategico per via dell’estrazione principalmente di piombo, zinco, e ferro.

Protagonista è un anziano, con il volto in primo piano. All’apparenza, in una parete, presenta un occhio aperto e, nell’altra, un occhio chiuso. Ma se si guarda l’impianto con gli “occhi” di uno smartphone si svela il mondo circostante. E soprattutto lui parlerà. Attraverso infatti un’app apposita (chiamata “Bepart” e disponibile su tutti gli store), inquadrando la parte di opera intitolata “La realtà del buio”, l’uomo vi racconterà la sua storia, quella della paura, appunto, per il buio. Il suo occhio chiuso si aprirà e farà apparire la realtà sotterranea della miniera. La cabina è completa solo se si osserva l’altra stampa, posta in prospettiva e in un’altra struttura, in cui l’antagonismo tra luce e buio viene visto al contrario: in “Il sogno di sopra”, sempre attraverso la lente tecnologica, l’occhio aperto si chiude e mostra il sogno del minatore, ossia la luce, il mare, la libertà.

Un effetto particolare e poetico che ci fa viaggiare nei ricordi di questa comunità e ci introduce in un percorso espositivo del tutto nuovo, spettacolare e in continuo divenire. Il nostro impianto infatti arricchisce la mostra permanente in realtà aumentata che fa parte di un progetto più ampio, MAR - Miniera ARgentiera, che rappresenta il primo museo minerario a cielo aperto in AR (augmented reality), ideato e diretto dall’associazione culturale LandWorks. L’iniziativa è sorta con l’obiettivo di valorizzare la memoria storica e identitaria di questa parte della Sardegna, facendo emergere il legame tra tradizione e innovazione. Così, tra la natura selvaggia e i vecchi edifici spuntano installazioni inedite che arricchiscono il paesaggio con illustrazioni animate grazie alla tecnologia, offrendo ai visitatori una nuova modalità di fruizione, coinvolgente e interattiva.

MAR ospita tre allestimenti principali: il percorso museale parte dalle mostre “Memorie” nell’antica Laveria e “SottoSopra” nel Pozzo Podestà e poi continua attraverso gli edifici e i vecchi ruderi della borgata con i lavori artistici e quelli dell’“Argentiera in Augmented Reality”.

Un tour tra 10 opere fisiche e di animazione digitale che vive anche di notte grazie a speciali contenuti audiovisivi e digitali che consentono al pubblico di calarsi in un racconto nuovo, semplicemente usando il telefono. Dalle proiezioni sulla facciata del museo, ospitato dall’Antica Laveria in legno, l’edificio più emblematico del borgo, dove veniva lavato  e “arricchito” il minerale estratto, all’esperienza immersiva in una sezione di una galleria sotterranea per conoscere la vita del borgo e dei suoi abitanti dentro e fuori la miniera.

Un progetto quindi che mira riconquistare e restituire alla comunità i luoghi e la loro identità, attraverso il filo conduttore dell’arte in una modalità partecipata: le opere vengono realizzate infatti grazie a bandi che richiamano ogni anno artisti da tutta Italia. Riscoprire e dare spazio al territorio è senz’altro una missione in cui noi di E-Distribuzione crediamo: la memoria è l’energia del passato che nutre il presente e soprattutto il futuro.

 

 

Guarda la fotogallery: