• 14 dicembre 2020

Faccia a faccia con la storia

Le ultime scoperte in Sicilia, Lazio e Campania, vestigia del passato da conservare e valorizzare

Immagine del Capitelo in stile ionico ritrovato a Gela

Cosa hanno in comune una cinta muraria a Teano, un capitello in stile ionico a Gela, i segni di un’antica e intensa vita cittadina nel sottosuolo di Pozzuoli, una colonna in travertino lungo la via Nomentana e un’arcaica struttura funeraria sull’Appia Antica? A unire tutto questo è il nostro sforzo e il nostro impegno a tutela dei beni archeologici e monumentali del nostro Paese, un patrimonio da preservare con ogni mezzo. E nel quale ci imbattiamo ogni giorno nel nostro lavoro.

Nei nostri tanti interventi sul territorio ci ritroviamo infatti ogni giorno faccia a faccia con la Storia e le sue orme. Gli ultimi ritrovamenti ci hanno portato a conoscere le vestigia di popoli antichi che hanno abitato l’Italia, in particolare nel Lazio, in Campania e in Sicilia.

La preservazione del nostro patrimonio, in questo caso sotto forma della tutela dei resti e del materiale archeologico, non è un semplice, per quanto importante, atto dovuto. La presenza sul territorio costituisce per noi un fattore fondamentale. Preservarlo significa preservare noi stessi, il nostro lavoro, la nostra ricchezza. Non a caso, il nostro rapporto con le istituzioni su questi temi, in questo caso in prevalenza con le Soprintendenze, è costante quanto fruttuoso. Nella pratica quotidiana, e gli esempi sono tantissimi, finiamo per essere referenti privilegiati di esse. In qualche modo, possiamo considerarci anche “guardiani” rispettosi del territorio, un valore in più nella grande missione al servizio del Paese per preservare i suoi tesori.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono state le ultime novità.

A Teano (Caserta), nei pressi del borgo di Sant’Antonio Abate, vicino al Teatro Romano e al centro storico, mentre stavamo effettuando gli interventi di potenziamento della rete, è stata portata alla luce un’antica cinta muraria. Il reperto fa parte di quella ricchezza che il sottosuolo del territorio sidicino custodisce preziosamente e che ha già restituito negli anni tantissime prove che attestano l’antica presenza della civiltà locale, i Sidicini, la popolazione italica che, insieme ad altre, si ribellò ai Romani, nella “Guerra latina”, tra il 340 e il 338 a.C.

A Gela (Caltanissetta), in Sicilia, invece, risaliamo ai fasti greci con una scoperta che continua ad interessare un’area, quella di Via Sabello, che ha già restituito un capitello in stile ionico. Sotto di esso è stato trovato un blocco calcareo squadrato, che, dai primi rilievi, sembra assomigliare a una cornice dentellata: il materiale sarà sottoposto, come di consueto, a studi approfonditi per datarlo e stabilire la relazione che esiste tra tutti i ritrovamenti. Quella della città siciliana è già un’area preziosa da un punto di vista archeologico: negli ultimi tre anni, per citare un esempio, sono state portate alla luce importanti vestigia come la necropoli del VII-VI secolo a.C.                                         

Andando in Campania, nella città di Pozzuoli, durante i nostri lavori per l’ampliamento del collegamento elettrico, sono emersi, sotto la sede stradale, chiari ed evidenti resti del passato che riguardano l’insediamento della città antica, e che rappresentano “pezzi di vita”. A testimonianza della continuità abitativa sin dall’antichità in quell’area.

E un “pezzo” importante è stato portato alla luce pure nel Lazio, in occasione di un allaccio di Media Tensione a Fonte Nuova su via Nomentana. Qui abbiamo realizzato uno scavo di una ventina di metri, da cui è stata recuperata una parte di una colonna in travertino. La zona sembrerebbe fosse abitata da famiglie di contadini, e il reperto, in travertino e quindi poco lavorabile, potrebbe far parte di un'abitazione situata in questo contesto storico-sociale.                                

Lungo la Via Appia Vecchia nel Comune di Genzano (Roma) invece abbiamo rinvenuto delle strutture murarie inquadrabili in un ampio arco cronologico, cha va dal III sec. a. C. al VII-IXI sec. d. C. Quella più antica è un muro a blocchi orientato in direzione Est-Ovest databile al III sec. a. C.,  su cui se n’è sovrapposta un’altra costituita da due muri in blocchetti di tufo di età altomedievale (VII-IX sec. d.C.) e probabilmente ad uso funerario: lo conferma il fatto che sono stati trovati dei resti di sepolture tagliate da interventi di scavo, forse relativi a lavori agricoli.

Una serie di scoperte, quindi, che ci portano indietro nel tempo sulle orme della nostra Storia. Da proteggere e valorizzare