La Normativa e le Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia

Il quadro normativo nazionale ed europeo e il fenomeno delle Energy Community in Italia

Foto di panneli fotovoltaici su un tetto

Le Comunità Energetiche in Italia

In Italia le prime esperienze di Comunità Energetiche Rinnovabili risalgono ai primi anni 2000. Inizialmente, si trattava di piccole realtà localizzate principalmente nel Nord Italia, ma presto hanno iniziato a diffondersi su tutto il territorio italiano. 

Secondo il rapporto di Legambiente, sono state documentate 100 diverse realtà riguardanti Comunità Energetiche Rinnovabili, e si trovano principalmente in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Queste realtà si suddividono tra quelle già operative (35), progetti in corso (41) e iniziative in fase embrionale (24), che stanno appena iniziando il loro percorso verso la costituzione. 

Si tratta essenzialmente di progetti sperimentali, che intendono individuare le best practice sul tema. Tali community, imperniate per lo più su impianti di generazione fotovoltaici di taglia compresa tra i 20 e i 50 kWp, si caratterizzano per l’elevata flessibilità in termini di soggetti coinvolti e di configurazione.

Queste comunità si differenziano principalmente in termini dei seguenti aspetti:

  • Legame Territoriale: alcune comunità sono fortemente radicate nel territorio in cui operano, coinvolgendo attivamente la comunità locale e promuovendo la partecipazione attiva dei residenti.
  • Efficienza Energetica: altre comunità si concentrano sulla condivisione di pratiche volte a un uso più efficiente delle risorse energetiche, promuovendo l'ottimizzazione dei consumi energetici.
  • Produzione e Autoconsumo: alcune comunità mettono l'accento sulla produzione e l'autoconsumo di energia rinnovabile, contribuendo così a ridurre la dipendenza dalle fonti tradizionali e a promuovere l'energia pulita e sostenibile.

Il quadro normativo nazionale e direttive europee

Nel complesso quadro economico e geopolitico che stiamo vivendo diventa sempre più importante accelerare verso politiche green verso le quali i governi mondiali sono trainati non solo dall’emergenza climatica, ma anche dall’innovazione continua.

Da qualche anno, l’Unione Europea è stata tra i principali propulsori in questo senso:

  • la Direttiva RED 2009/28/CE, con l’approvazione del primo pacchetto Clima Energia, aveva posto le basi per le prime azioni di sostegno agli investimenti in tecnologie di generazione di energia da fonti rinnovabili, introducendo una serie di obiettivi, soprattutto in direzione della riduzione delle emissioni del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990, e di una penetrazione delle rinnovabili sui consumi finali lordi pari al 20 per cento entro il 2020.
  • Il Clean Energy Package, un insieme di direttive che hanno, tra le altre cose, l’obiettivo di ridurre, entro il 2030, le emissioni a livello comunitario del 40 per cento e il target di penetrazione delle rinnovabili sui consumi finali lordi fissato al 32 per cento.
  • Direttiva UE 2018/2001 sulle energie rinnovabili, detta anche RED II, che ha previsto le cosiddette REC (Renewable Energy Community).

La regolamentazione italiana prevede:

  • il DL 162/2019 Milleproroghe, poi convertito in Legge n. 8/2020, che regola le Comunità Energetiche previste dalla Direttiva Europea RED II.
  • il D.Lgs. 199/2021 ha attuato la Direttiva Europea RED II, direttiva UE 2018/2001, sull’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
  • La delibera ARERA 318/2020/R/eel del 4 agosto 2020 ha avviato in via transitoria la regolazione dell’energia elettrica oggetto di condivisione in edifici o condomini (Autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente) e nell’ambito di comunità di energia rinnovabile.
  • Con la delibera 727/2022/R/eel del 27 dicembre 2022, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) che disciplina le modalità per la valorizzazione dell’autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, tra cui le Comunità Energetiche.

 

Le comunità energetiche: la situazione attuale

 

Con la delibera 727/2022/R/eel del 27 dicembre 2022, ARERA ha approvato il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) che disciplina le modalità per la valorizzazione dell’autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, tra cui le Comunità Energetiche.

Secondo le disposizioni regolatorie e legislative richiamate, per accedere al servizio di autoconsumo diffuso, i punti di connessione facenti parte della configurazione devono essere ubicati nella porzione della rete di distribuzione sottesa alla stessa cabina primaria individuata secondo quanto previsto dall’articolo 10 del TIAD.

Il TIAD è applicato a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica previsto dall’articolo 8 del decreto legislativo 199/21, recante le disposizioni in merito agli incentivi per la condivisione dell’energia elettrica.

Fino al sessantesimo giorno successivo alla data di adozione del predetto decreto ministeriale recante le disposizioni in merito agli incentivi è ancora in vigore la disciplina transitoria, ovvero la deliberazione 318/2020/R/eel e il relativo Allegato A, in base alla quale i distributori forniscono, su specifica richiesta, l’indicazione puntuale della cabina secondaria da cui ciascun POD è alimentato (identificata mediante una codifica univoca convenzionale che ne garantisce la riservatezza).