Il ruolo del distributore nello sviluppo delle comunità energetiche

Il ruolo del DSO, i progetti, la rete e il loro apporto per le comunità energetiche e nel processo di transizione energetica

Foto di un tetto di una casa con un pannello fotovoltaico

Il ruolo di E-Distribuzione

Le configurazioni per l’autoconsumo diffuso, tra cui figurano anche le comunità energetiche, sono uno strumento fondamentale per la transizione energetica. Aumentare la penetrazione delle risorse rinnovabili è infatti uno degli step imprescindibili nel processo di elettrificazione dei consumi, a fronte degli obiettivi di decarbonizzazione globali nella lotta al cambiamento climatico. L’energia autoconsumata in tali configurazioni, infatti, viene remunerata per tener conto dei costi di esercizio delle reti elettriche mediamente evitati proprio per effetto dell'avvicinamento elettrico di produzione e consumo nella medesima ora.

Come distributore abbiamo avuto il fondamentale compito di definire le aree convenzionali afferenti alle cabine primarie, all’interno delle quali è possibile valorizzare l’autoconsumo, e quindi fornire uno strumento semplice agli utenti per pianificare al meglio la loro configurazione. 

 

Quali sono i passi per costituire una comunità energetica e valorizzare l’autoconsumo?

La prima cosa da fare è individuare dove si intende installare l’impianto della comunità e valutare quali fra i potenziali membri della comunità siano nella stessa area geografica di riferimento. Visita la sezione dedicata per avere tutti i dettagli sui vari passi da seguire per costituire una comunità energetica.

Una volta ricevuta la conferma di quali soggetti possono far parte della comunità, deve essere costituito il soggetto giuridico che si caratterizzerà come la comunità energetica rinnovabile.

Il passo successivo consiste nella messa in funzione dell’impianto. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo.

Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti.

 

La transizione energetica e la rete di distribuzione

Con l’avvento dei prosumer (ovvero coloro che sono al contempo produttori e consumatori) e delle comunità energetiche è evidente come si stia passando da un modello energetico che non è più lineare, ma bidirezionale, non più centralizzato e basato sulle fonti fossili, ma decentralizzato, che punta sulle rinnovabili.

Ad abilitare questo shift è sicuramente la tecnologia con le sue soluzioni smart che rendono possibile la digitalizzazione della rete e la sua “flessibilità”.

La rete di un futuro che è già in atto è quindi resiliente e dinamica, capace di cambiare così come cambiano le condizioni, il contesto esterno, le esigenze e i comportamenti dei clienti, poiché se muta lo scenario delle utenze connesse l'infrastruttura deve essere pronta ad anticipare e intercettare quello che sta avvenendo per gestire le problematiche e le criticità.

In questo quadro è chiaro che il suo ruolo si modifica, diventa abilitatrice di processi e di una generazione sempre più distribuita e si tratta di rendere possibile un consumo responsabile e condiviso. 

Un sistema ancora una volta partecipativo che, avvicinando la produzione ai punti di consumo e garantendo un governo intelligente dell’infrastruttura di distribuzione (sempre attraverso l’innovazione che ad oggi è rappresentata, tra gli altri, dai sistemi di automazione evoluta), ha effetti benefici su tutti gli attori in campo.

E in particolare sulla sfida centrale del nostro decennio: la transizione energetica