• 10 marzo 2022

Ischia, intervento in fondo al mare

Un’operazione che ha coinvolto anche i sommozzatori per riparare un cavo che collega l’isola alla cabina primaria di Focevecchia Bacoli, in provincia di Napoli

foto di un operaio che lavora alla posa di un cavo subacqueo dalla superficie della barca

Non solo sulla terraferma: la nostra rete distribuisce energia anche attraverso strutture sottomarine che collegano il territorio alle isole minori del nostro Paese. Tra queste anche Ischia, gemma verde delle Flegree dove abbiamo portato a termine un intervento di riparazione di un cavo che ha coinvolto non solo i tecnici, ma anche figure specializzate come i sommozzatori.

Nelle acque del Golfo di Napoli, tra Procida e Ischia, abbiamo concluso una complessa operazione su un cavo sottomarino di circa 15 chilometri che consente la distribuzione in Media Tensione di energia, collegando l’isola di Ischia alla terra ferma.

Sulla struttura, denominata 7Ischia, era stato rilevato un guasto, a circa 3.100 metri di distanza dalla cabina, probabilmente dovuto al danneggiamento nel tempo a causa di ancoraggi impropri e pesca con attrezzature a strascico, entrambe iniziative non consentite nell’area di divieto in cui si trovano i nostri elettrodotti.

I lavori hanno coinvolto un equipaggio composto da circa 20 persone, tra marinai, tecnici, giuntisti e sommozzatori esperti della società Site che hanno sostituito circa 500 metri di cavo e realizzato due giunti speciali sottomarini.

Le attività, vista la complessità non solo nella ricerca del punto critico, ma anche nella loro esecuzione stessa - per la quale preventivamente sono state ottenute le autorizzazioni da parte delle capitanerie di porto competenti - sono durate circa 30 giorni per un costo complessivo di circa 760 mila euro.

Un intervento assolutamente necessario anche in ottica preventiva, visto che si avvicina la stagione di maggiore criticità per l’aumento del fabbisogno di potenza nelle isole che necessitano quindi della piena disponibilità di connessione.

Il tutto in un contesto di crescente rischio per il prevedibile incremento del numero di potenziali imbarcazioni che potrebbero impropriamente ancorarsi nell’area e per le quali le ispezioni e la vigilanza rappresentano le azioni preventive prioritarie in coordinamento costante con le autorità marittime locali.

Ancora una volta, dunque, siamo intervenuti al servizio del territorio, in condizioni particolari e affascinanti come quelle che hanno affrontano i nostri colleghi nel Golfo di Napoli.

 

Guarda la foto gallery