• 05 novembre 2020

La Rete diventa sempre più resiliente

Primi risultati per le stazioni sperimentali del progetto NEWMAN: forniranno indicazioni fondamentali per intervenire in anticipo su danni o disagi dovuti a fenomeni atmosferici estremi

Immagini delle apparecchiature della stazione sperimentale del Progetto Newman

Con l’arrivo dell’inverno e della neve, riprendono interesse le attività di monitoraggio ed acquisizione dati nelle stazioni sperimentali per lo studio delle formazioni nevose sulle linee aeree.

Queste stazioni sono parte del Progetto NEWMANNear real time Extreme Weather conditions MANagement, un progetto nato per migliorare la resilienza della nostra rete e mitigare il rischio danneggiamenti a fronte di eventi meteorologici estremi.

Sul fronte della resilienza siamo fortemente impegnati sin dal 2015 ed in questo contesto è nato nel 2018 il progetto NEWMAN, che prevede una installazione diffusa di stazioni meteorologiche e di sensori smart IoT (Internet of Things) in grado di monitorare costantemente lo stato della rete, migliorando la previsione quasi real-time di eventi meteorologici estremi potenzialmente pericolosi (piogge intense, nevicate umide, venti intensi, ondate di calore, umidità del terreno, esondazioni ed allagamenti), localizzando le aree più esposte e le strutture più vulnerabili, valutando l’intensità dell’impatto in termini di disalimentazioni delle utenze elettriche; il tutto al fine di migliorare la nostra capacità e tempestività di intervento in situazioni di emergenza.

Nell’ambito del progetto NEWMAN le stazioni sperimentali sono state progettate in collaborazione con RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) e sono entrate in azione dallo scorso anno. Sono state realizzate all’interno di tre nostre cabine primarie, a Frabosa Soprana (Cuneo), a Cecita (Cosenza) e Isola del Gran Sasso (Teramo).

Lo scopo delle stazioni sperimentali è quello di studiare in condizioni pressoché reali il fenomeno della formazione del manicotto di neve umida e di ghiaccio sui conduttori delle linee aeree della nostra rete. I tre siti delle installazioni sono state selezionati proprio in base alla elevata probabilità di registrare fenomeni di precipitazione nevosa umida.

La migliore conoscenza del fenomeno fisico in condizioni reali consentirà di affinare un modello matematico, in grado di prevedere, a partire dai dati meteorologici, la formazione del manicotto sui conduttori. Ciò porterà ad una sempre migliore valutazione della resilienza della rete a fronte del pericolo costituito dalle intense precipitazioni nevose.

La formazione di manicotti di neve umida o ghiaccio sui conduttori delle linee di media tensione, nudi (non isolati) o in cavo aereo, è un fenomeno potenzialmente molto dannoso per l’infrastruttura elettrica e, allo stesso tempo, molto complesso da studiare, in quanto dipende da molteplici fattori ambientali quali vento, temperatura, pressione atmosferica, umidità e densità nella neve, nonché dalla diversa risposta da parte di ciascuna tipologia di conduttore.

Il punto centrale di queste stazioni sperimentali sono le campate di prova , dove sono stesi tra due sostegni i conduttori tipici delle nostre linee aeree di media tensione, riproducendo le condizioni delle reali linee in esercizio.

Sulle campate di prova  sono installate fotocamere che, ogni quarto d’ora, anche quasi al buio, acquisiscono immagini dei conduttori di prova, pronte a cogliere in qualunque momento le immagini della formazione o del distacco dei manicotti di neve.

Opportune ed indispensabili celle di carico di precisione consentono di registrare contemporaneamente la sollecitazione meccanica esercitata sui conduttori da queste formazioni nevose.

Poco distante dalle campate di prova, sofisticate stazioni meteorologiche, in grado di continuare funzionare anche in condizioni climatiche proibitive (temperature glaciali, venti da uragano, nevicate intensissime), registrano in maniera continuativa i parametri meteo che influenzano il fenomeno, ossia l’intensità della precipitazione nevosa, le condizioni di vento, l’umidità e la temperatura dell’ambiente.

Tutti questi strumenti di osservazione e di acquisizione dati sono da noi raccolti e analizzati in collaborazione con RSE per acquisire una conoscenza sempre più approfondita del fenomeno di formazione dei manicotti e per descrivere sempre meglio il legame tra le caratteristiche e la quantità di neve caduta e lo spessore del manicotto che si forma su diverse tipologie di conduttori.

Con l’arrivo dell’inverno riparte così un paziente ed inesorabile lavoro di studio e di analisi che comunque ha già dato i primi risultati: anche se le nevicate dello scorso inverno non sono state né numerose, né intense, abbiamo comunque ottenuto utili informazioni su come si forma il manicotto di neve. Abbiamo ricavato delle curve di accrescimento in funzione della precipitazione nevosa e della temperatura: elementi già molto interessanti per gli studiosi che stanno mettendo a punto i modelli matematici che danno loro modo di valutare la resilienza della rete a fronte di intense nevicate umide e di prevedere i danni che queste potrebbero arrecare all’infrastruttura elettrica provocando disservizi ai clienti.

Il fine ultimo e importante delle stazioni sperimentali è incrementare la resilienza della Rete a fronte delle nevicate intense.

Valutare preventivamente i loro effetti sulle nostre linee, in termini di guasti e di interruzioni di energia, ci consente infatti di intervenire tempestivamente e con le adeguate risorse.

A beneficio dei nostri clienti.