• 25 novembre 2020

L’amore sopra ogni cosa

Due nostre cabine celebrano le donne in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere

Cosa hanno in comune Elvira Poli e le donne cantate da Fabrizio De André? Al di là di ogni stereotipo e del ruolo che la società aveva affidato a loro in quanto donne, hanno infatti segnato un’epoca. Ognuna a modo suo. Elvira, la terza donna laureata in ingegneria in Italia, ha segnato il cammino per tante ragazze che hanno scelto, dopo di lei, la via degli studi scientifici e tecnici. Le seconde sono il simbolo dell’amore “sopra ogni cosa”, cantato attraverso la poesia e la musica del poeta genovese, ad esempio, nell'indimenticabile “Bocca di rosa”. Le vogliamo celebrare tutte nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne anche attraverso due opere di street art, nelle nostre cabine a Gradisca d’Isonzo e a Turriaco, in Friuli Venezia Giulia, che ci ricordano che dobbiamo “mettere l’amore sopra ogni cosa”.

“Donne d’avanguardia e giovinette precoci”: così titolava, nel febbraio del 1921, la Domenica del Corriere, il supplemento illustrato del Corriere della Sera, nell’inserto in cui dava notizia di quattro ragazze celebrate come “talenti” in vari ambiti. Tra queste campeggiava Elvira Poli, che si laureò proprio il 25 novembre di cento anni fa.  Prima ingegnera laureata all’Università di Padova, e la terza in Italia, continua ad essere una figura di grande ispirazione oggi, a cento anni da quell’importante traguardo raggiunto in un’epoca in cui si era lontani dall’emancipazione femminile, e da alcune sue mete fondamentali, come l’accesso e il compimento degli studi universitari. Elvira Poli è diventata una delle paladine nel campo delle donne nell’ingegneria: nel 1957 fondò, insieme a Emma Strada, la prima ad ottenere il titolo di studio in ingegneria civile, al Politecnico di Torino, nel 1908, la AIDIA (Associazione Donne Ingegneri e Architetti), per difendere i diritti delle laureate in quei campi.

Oggi Elvira è stata ricordata nel Convegno “Un’ingegnere con l’apostrofo? – Ingegneria e genere a 100 anni dalla laurea di Elvira Poli” cui ha partecipato Carla Falchi, Responsabile E-Distribuzione, Zona Padova Rovigo di Area Nord, che ha portato la sua testimonianza sulla sua esperienza lavorativa in quanto donna, laureata in ingegneria all’Università degli Studi di Padova.

La strada tracciata da Elvira quindi è stata seguita da tantissime altre da quegli anni in poi fino ai nostri giorni. Aumentano infatti sempre di più le donne che si laureano in ingegneria e che si iscrivono all’Albo. Secondo il Centro Studi CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) al momento in Italia il 40,5% dei laureati in ambito STEM, ovvero in studi scientifico-tecnologici, è rappresentato da ragazze, percentuale che era al 36 per cento agli inizi degli anni 2000, e che, se confrontata con altri Paesi industrializzati, è più alta: in Francia ad esempio è il 31%, in Gran Bretagna il 31%, in Norvegia il 29%.

Per tutte queste donne, per Elvira, e per tutte le altre non possiamo dire altro che #IORISPETTO. Questo il nostro progetto che ha dato vita un anno fa all’opera di street art nella nostra cabina di Gradisca di Isonzo, in Friuli Venezia Giulia.

L’opera, a cura di Mattia Campo Dall’Orto, affronta il tema dell’ “hate speech” o “discorsi di odio” con particolare riferimento alla discriminazione nei confronti del genere femminile. Violenza è anche quella che passa attraverso le parole, scritte o pronunciate. Nella cabina viene raffigurata una giovane donna che si ritrova ad essere il bersaglio di accuse e insulti stereotipati. Parole che non la feriscono o ne scalfiscono l’autostima: è una donna che rifiuta il ruolo di vittima. Per questo viene rappresentata circondata da forme geometriche che la sfocano parzialmente. I colori sono il crema abbinato al turchese che richiama il paesaggio circostante (l’Isonzo, i ciottoli e le sue sponde). 

Alla violenza non si può reagire che con l’amore, anzi “mettendo l’amore sopra ogni cosa” come cantava De Andrè in “Bocca di Rosa”. E al verso della celebre canzone è dedicata un’altra nostra cabina, a Turriaco, sempre in Friuli Venezia Giulia che è stata svelata oggi. Quello che viene raffigurato è l’amore che si basa sui valori del rispetto, delle pari opportunità e dell’uguaglianza dei diritti, sopra ogni cosa, appunto. L’opera pittorica ha come protagonista una signora che si staglia su uno sfondo stellato. Il muro rivolto a est la raffigura con un libro chiuso a sottolinearne la bellezza, appunto, celata e da scoprire. Il muro rivolto a ovest la ritrae invece con un libro aperto, le cui pagine si fondono con il cosmo svelandone la complessità e la profondità, a sottolineare che la donna non può essere definita da nessuna categoria. Né può essere imprigionata in uno stereotipo.

Come Elvira Poli, come Bocca di Rosa, come ogni altra donna.

 

 

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